La musica entra nella sua vita a sei anni, quando inizia a suonare il flauto a scuola. Da quel momento, la storia di Massimo Cebrero è tutta un idillio con note e spartiti, capace di proiettarlo sui palchi di tutta Italia con le migliore orchestre di lisco, come sassofonista, per poi spingerlo a fondare una band tutta sua. Ecco quindi nascere Macho e la sua orchestra, formazione artistica tra le meglio assortite dell’attuale panorama musicale. Quali sono le caratteristiche della musica che “esportate” sul palco? “Penso che un’orchestra debba essere versatile prima di tutto – racconta Macho-. Bisogna esplorarla a 360 gradi, evitando di fossilizzarsi solo un genere predefinito. Noi facciamo liscio, è vero. Ma è anche vero che il liscio sta scomparendo sempre di più. E’ inutile che una band si intestardisca su un genere che sembra non avere futuro: è qui che entra in gioco la versatilità e l’evoluzione dei propri schemi musicali. Intendiamoci: mi piace il liscio e mi diverte farlo, ma credo che sia necessario guardare anche verso altre direzioni, pur continuandolo a suonare dove possibile. Inoltre, sono convinto che bisogna capire cosa piace al pubblico, per poi offrire uno spettacolo gradevole. La gente va nei locali per divertirsi e noi dobbiamo essere bravi a farlo”. Macho suona musica propria, abbinata spesso a cover di brani famosi. All’attivo dell’orchestra targata Cebrero, nata ufficialmente nel 2008, ci sono 5 album tra cantati e suonati. I primi sono perfetti per locali e feste, gli altri vanno a nozze con scuole da ballo e lezioni. C’è un momento nella sua carriera che ricorda come un punto di svolta? “Sono arrivato a Piacenza nell’86 perché volevo suonare in un’orchestra di liscio: solo qui potevo trovarne tante di livello alto. Il momento in cui mi sono sentito maggior pressione, quello che quindi mi ha fatto più crescere, è stato quando sono entrato nell’orchestra Piva. Sandrino era morto nel dicembre del ’94 ed io fui chiamato in questa realtà di successo nel ’96. Suonavo, e lo faccio tuttora, il sax, lo stesso strumento di Sandrino Piva: entrare nella sua band, con lo stesso strumento suonato da lui, era un po’ come prendere il suo posto. Mi sono sentito molte responsabilità cucite addosso e questa cosa mi ha fatto diventare più maturo, sia a livello artistico che umano”. Il dopo Orchestra Sandrino Piva vede Massimo Cebrero al fianco di musicisti come Ringo e Mauro Rizzi, per dirne due dei più conosciuti. Ad oggi, dopo due anni di rodaggio e di crescita continua, Macho ed i suoi ragazzi (termine che, mai come in questo caso, calza a pennello: l’età media è intorno ai 30 anni) contano circa 200 serate all’anno, con richieste da tutto il Nord e Centro Italia. E non siamo che all’inizio.